Forum

Condividi:
Notifiche
Cancella tutti

Dopo l’assemblea

Filippo Vignali
(@filippo-vignali)
Active Member Registered
Registrato: 2 anni fa
Post: 7
Topic starter  

Buongiorno a tutti, avendo recuperato nella notte l’ascolto degli interventi che mi mancavano, faccio alcune considerazioni che mi auguro siano neanche tanto sparse.
Intanto sia Magi che ancora prima Cappato pongono il problema di cosa vogliamo essere. Possiamo accontentarci di dirgli cosa non siamo (un soggetto politico), ma forse dobbiamo anche porci il problema che lo spontaneismo (siamo dei convocatori), se può andare bene per presentarsi alla prima assemblea, rischia comunque di essere fuorviante su almeno due aspetti: può dare ai nostri interlocutori il percepito di avere davanti una somma di io (e che quindi l’assemblea è organizzata solo da chi vedono quel giorno) e può far passare il messaggio che tutto il lavoro di un anno è stato fatto solo in funzione di organizzare l’assemblea. Che non siamo un soggetto politico e non intendiamo diventarlo è un qualcosa di assodato e di fondativo del nostro incontrarci, ma dobbiamo secondo me prendere atto e comunicare che siamo un gruppo che ha una vita associativa comunque governata da regole (non ci sono tessere, ma è regolato l’accesso al gruppo whatsapp e a quello Facebook, ci diamo delle regole per riunirci, darci la parola, prendere decisioni) e comunicarlo meglio all’esterno.

L’altro aspetto collegato è che -se possiamo aver dato l’impressione di esserci solo in funzione dell’organizzazione dell’assemblea-di fatto non è così, ed essendo la nostra una azione culturale, non c’è nessuno scarto tra le elaborazioni e gli incontri fatti prima e l’assemblea del 24 se non nel tentativo di raggiungere e connettere con un colpo solo molti più interlocutori. Non c’è il momento in cui abbiamo fatto chiacchiere e l’attimo fatidico in cui siamo passati all’azione.

Rispetto agli interventi che ho ascoltato, se Giachetti ha colto perfettamente l’approccio culturale, la necessità di ripartire dal retroterra comune e la convinzione che esista uno spazio politico, D’Elia si trova naturalmente allineato non solo sul lessico ma anche sulla nostra grammatica politica, avendo molto chiara la distinzione tra sogno, visione e obiettivi. Molti sottolineano che solo Pannella sapeva unire le diversità dimenticando che sull’analisi politica ci si trovava d’accordo perché l’analisi complessiva di faceva prima di confrontarsi su una ridda di obiettivi concreti. 
Dobbiamo essere bravi anche a ricordare la storia radicale non si può tutta polarizzare su Pannella. Che in certi momenti storici Marco come tutti i grandi leader ha saputo farsi follower (di Luca Coscioni ad esempio ), aprendo all’intelligenza collettiva, che reagiva a quello che gli succedeva, ma su quell’obiettivo, per induzione sapeva costruirci una visione complessiva. O la visione la faceva nascere da una analisi complessiva (la partitocrazia, i blocchi sociali, la continuità con i codici fascisti e le corporazioni, la peste italiana, l’informazione ecc.)

Ecco, su questo tipo di analisi potremmo chiamare a confrontarsi con noi e con maieutica alla Pasquino chi ci ha fatto in assemblea delle concrete aperture (Iervolino, Magi, ecc.), ma prima secondo me è urgente chiarire i due aspetti organizzativi e legati alla definizione del nostro agire che ho cercato di illustrare a inizio intervento.


   
RispondiCitazione
dariodecicco
(@dariodecicco)
Eminent Member Registered
Registrato: 2 anni fa
Post: 25
 

@filippo-vignali Caro Filippo,

grazie per questa tua utile riflessione post-assemblea.

A me continua a parere evidente quello che si vuol fare con questa "assise" lo si sia fatto trasparire e chi era presente lo ha capito benissimo ed è emerso anche dagli interventi che sono stati fatti. Ovviamente a voi, te Filippo, Claudio Marengo, Luca Frau, e altri che hanno partecipato con costanza alle nostre riunioni non c'era neppure bisogno di ricordarlo. Sono state solo le circostanze a impedervi di contribuire nell'aiutarci a ribadirlo.

Il punto secondo me è anche un altro. Ma coloro che hanno rifiutato di essere lì (Cappato) o che non hanno potuto (Magi), si sono posti l'interesse di voler capire ciò che abbiamo organizzato?

Dalle risposte avute da Marco Cappato, a me non sembra.

Per Magi forse il discorso è diverso: lui dice quali possono essere quei 3-4 o più obiettivi da perseguire. E qui si pone un problema interpretativo. Magi ha ragione, il non detto è "da qualcosa si deve pur partire". E ammettiamo non sia una delle battaglie prioritarie di + EUROPA in questo momento? Che si fa? Non vorrei che questa diventasse una ragione di ulteriore personalismo. Nel mio intervento, ad esempio, ho detto chiaro e tondo che RADICALI ITALIANI, + EUROPA non possono essere timidi su alcune battaglie riguardanti la Giustizia (ho fatto l'esempio delle battaglie sulle interdittive antimafia, dove Radicali Italiani e + Europa sono stati totalmente assenti), senza correre il rischio di sembrare agli occhi di chi guarda "poco RADICALI" (termine che utilizzo ovviamente ironicamente e senza polemica). Faccio un esempio al contrario: il Partito Radicale non può e non deve essere assente sulle battaglie sull'immigrazione (vedi + Europa) e sulla processabilità di PUTIN all'Aja di Radicali Italiani. Si deve cominciare subito, mettiamo insieme le idee e si parta. 

Altrimenti perderemo altre settimane solo per capire su cosa si deve partire. 

Le battaglie sono lì, bisogna capire quelle su cui si può trovare senza troppe discussioni un terreno comune. E se ne possono trovare già almeno 3-4, senza troppe difficoltà.


   
RispondiCitazione
Filippo Vignali
(@filippo-vignali)
Active Member Registered
Registrato: 2 anni fa
Post: 7
Topic starter  

@dariodecicco Grazie Dario, le mie erano considerazioni sull’organizzazione che non dipendono dal fatto che non fossi visibile, interveniente o menzionato. Un abbraccio


   
RispondiCitazione
Pier Paolo Segneri
(@pier-paolo-segneri)
Trusted Member Registered
Registrato: 2 anni fa
Post: 47
 

@filippo-vignali

Esprimere affetto, con il cuore, in modo semplice e spontaneo, con un gesto o uno sguardo, con una parola o un sorriso, senza doppi fini, senza ipocrisia, senza un tornaconto, così... sinceramente, stimola le nostre percezioni, ci fa sentire in armonia con l'altro, ci pervade l'animo di una leggera gioia ed è anche una delle sensazioni più belle della vita!

Ecco, questa è Politica. Questa è la Bellezza Radicale, secondo me. ❤️


   
RispondiCitazione
Condividi: