Forum
"Sai cosa penso, no? Lo Stato è distrutto dal regime. Ormai il regime è un’entità infinitamente più forte, più incisiva, un’entità così potente da potersi permettere il lusso di mandare a fare in culo lo Stato ogni volta che vuole. Ora, sai cos’è successo? Che tutti si sono ormai convinti che più o meno c’è un regime, non uno Stato. E questo conduce a una serie terribile di effetti. Quando tenti di proporre programmi di riforma, programmi precisi e dettagliati, e quando potremmo prendere come esempio anche la pura e semplice attuazione della nostra Costituzione, a questo punto spariscono tutti. Non si riesce a combinare più nulla, il solo ostacolo resta la nostra vecchia storia radicale."
(da "Una libertà felice: La mia vita" di Marco Pannella)
Infatti, essere rivoluzionario oggi sta nel cercare di far rispettare le leggi a partire dalla Costituzione.
Le lotte non violenti di Marco ce lo hanno insegnato e ricordato continuamente non è un caso che negli ultimi suoi anni si è concentrato nella lotta contro le condizioni disumane e degradanti riscontrate nelle carceri italiane nonostante quanto scritto nella costituzione, sul rispetto di una pena umana e rieducativa non punitiva.
@giuliano-pastori sono totalmente d accordo.Citando Marco e coloro che si/ci chiedono perché i Radicali non abbiano mai preso voti,io rispondo come lui: bisogna essere impopolari per stare vicini al Popolo.
Il rispetto dello stato di diritto è centrale anche nella conservazione e tutela ambientale, rispettare la costituzione e le leggi ordinarie in tema di salvaguardia geologica del territorio significa evitare strage di persone come purtroppo è accaduto ultimamente a Ischia e non solo, a seguito proprio della prevaricazione dell interesse personale di potere ed economico sul rispetto e l attuazione della legge. Si torna sempre all alternativa tra rispetto dello stato di diritto e aderenza al regime d interesse e partitocratico, in quanto lo sfascio politico e di persone è frutto dello scambio politico elettorale tra classe dirigente e cittadini, complici del deperimento ambientale e umano per interesse personale che diviene criminale fuori dalla legalità. Occorrere quindi scardinare il regime a partire da una riforma del sistema elettorale che dovrebbe creare assunzione di responsabilità per i poteri conferiti e non alibi…
@giuliano-pastori Concordo pienamente con te. Parola per parola. A cominciare dalla Riforma della Legge elettorale. A cominciare dal punto centrale dello “stato di diritto” e su quello imprescindibile della democrazia liberale.
Ma non basta, lo abbiamo detto anche ad Elleradio, da Ezio Luzzi: è necessario sprigionare uno spirito di reciprocità in grado di far sentire la politica come dialogo e contraddittorio, come pratica quotidiana, come “senso dello Stato” e non come “ragion di Stato”. La politica come incontro e dialogo delle diversità, come terreno di idee e visioni, dove si opera insieme, grazie alle diversità, per sciogliere tutti quei nodi che, strada facendo, vengono al pettine. Almeno nei limiti del possibile. Poi, però, dietro l’angolo, c’è sempre in agguato l’impossibile, cioè il probabile, il lato oscuro della forza. Nella logica del Potere dominante, infatti, regnano da sempre gli accordi sottobanco, gli interessi di bottega, il sotterfugio, l’invidia, l’omertà, le omissioni, le menzogne, l’affarismo, il malaffare, la spartizione del bottino e delle seggiole, lo scontro sterile, cieco e permanente. Insomma, il Potere è una fabbrica di ingiustizie, sopraffazioni, furti e violenze. La politica è “altro”. La politica dovrebbe essere il luogo delle diversità che si incontrano e discutono, non dove si accrescono le differenze e le disuguaglianze. La politica andrebbe intesa come luogo di conoscenza e “bellezza della lotta” (scriverebbe Luigi Einaudi), secondo la pratica e l’attuazione di un metodo liberale, che comincia col rispetto di se stessi e degli altri, con la forza delle idee, con i confini della libertà dell’altro. Dunque, la politica andrebbe colta e vissuta come l’arte del “nuovo possibile”, come edificazione del futuro, come “teoria della prassi”, come filosofia della pratica e non come la si intende dalle parti del Potere, cioè come inganno, arbitrio, egemonia. La politica non è la legge della giungla applicata agli uomini. Non è, come si crede o si lascia far credere, espressione di cinismo, cupidigia, indifferenza né, tantomeno, va confusa con la corsa spasmodica alla poltrona, alla coccarda, ai gradi da cucirsi sulla giacca. La politica è piuttosto poesia. Nel senso etimologico della parola. Poesia, infatti, proviene dal greco antico, da poiesis, che significa: fare, produrre, creare, comporre, praticare.
Compiere questa rivoluzione dei metodi e dei significati è il compito principale della nostra “generazione perduta”. E’ compito dei corsari della politica.
@giuliano-pastori @pier-paolo-segneri grazie per le vostre belle parole che condivido dalla prima all'ultima: il tema dello Stato di Diritto è centrale rispetto ad ogni tentativo di Riforma dello Stato.
La verità è che siamo un paese di "ghigliottine"! La verità è che l'atroce destino che ci attende come popolo italiano, lo stesso da sempre storicamente riservato ai "ghigliottinatori" , è quello di essere... "ghigliottinati" , e ghigliottinati dalla nostra stessa storia, quella che ogni giorno contribuiamo a scrivere !
La risposta necessaria e urgente? Il ripristino dello stato di diritto , a partire dall'amnistia ! Ma ... sappiamo ... questa è un'assurdità radicale .
Si ritiene comunemente che lo stato di diritto non riempia la pancia. Abbiamo mai pensato che possano essere state le violazioni dello Stato di Diritto del passato a togliere il pane (della conoscenza, soprattutto), ai nostri figli di oggi? Abbiamo mai pensato che sta a noi decidere il destino dei tuoi figli con le scelte "politiche" che facciamo ogni giorno? Non ci senti un po' "responsabili" ? Non crediamo che sarebbe più utile per ognuno di noi iniziare a riflettere in modo "responsabile" sui propri errori passati piuttosto che aiutare i "professionisti della ghigliottina" a rubare ancora una volta le speranze di riscatto per il futuro di questo Paese?
No dico... crisi c'è.. si.. ma... chi ne è responsabile e chi invece l'ha preannunciata decenni fa? Avremo anche delle responsabilità o è sempre colpa degli altri? Siamo o siamo tutti responsabili, come popolo, di ciò che sta accadendo? Questa è la domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi la prossima volta che sarà chiamato a votare.
Buona fortuna!
Sempre andare controvento, solo così è possibile alzarsi in volo!
Jim Morrison (james Douglas Morrison)