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Buongiorno compagn*.
Posto qui il mio intervento all'Assemblea degli auto-convocati sperando possa essere utile al nostro dibattito post Assemblea.
Buona lettura.
Il giorno in cui Paola Cossu mi contattò spiegandomi il Progetto “Bellezza Radicale”, 8 mesi addietro oramai, aderii senza esitazioni, pur comprendendo le difficoltà di realizzazione dell'obiettivo: Il superamento della diaspora radicale elaborando un “nuovo possibile”, partendo dalle singole iniziative politiche. Mi pareva un Progetto per folli, perciò mi son sentito subito a mio agio.
In realtà, già 7 anni fa, con un video della serie del bunker di Torre Argentina, “Il Grande Dittatore”, auspicavo proprio questo: la non identificazione del mondo radicale con i suoi conflitti, per il superamento degli stessi e per la valorizzazione di tutta la realtà radicale, non racchiusa nelle nicchie dei vari soggetti politici, quella che ho sempre definito la nicchiocrazia radicale, ma dal respiro più ampio, verso nuovi orizzonti e mettendo al centro proprio il radicale anonimo, e cioè quel radicale di “periferia” che magari ha vissuto male la diaspora radicale, soffrendo per questa situazione.
Orbene, come fare a realizzare un Progetto così ambizioso? Con quale “METODO”?
Anni addietro, nel 1999, prima dell'Assemblea del Mille per la Rivoluzione Liberale e gli Stati Uniti d'Europa da cui scaturirono le straordinarie campagne Emma for President, Emma for Europe ed Emma for Liberal Revolution, vivevo a Bologna e, con alcuni compagni cominciammo a pensare a cosa fare, a cosa pensare per il rilancio dell'iniziativa politica militante radicale a Bologna e non solo.
Elaborammo allora anche un gruppo che faceva brainstorming, dal vivo naturalmente: delle bellissime riunioni in cui, un mio caro amico, Marco Minerva, guidava il pensatoio e parlava di "ecologia del linguaggio". Mi affascinò subito questa espressione e lui la declinò in questi termini: liberare il linguaggio di ogni partecipante al brainstorming dalle incrostazioni egocentriche e narcisistiche, spesso inevitabili quando si esprimono proprie opinioni, ma senza alcun approccio censorio: tutte le idee, così depurate dal proprio Ego, dovevano aver modo di esprimersi, senza critiche nelle prime fasi, le stesse critiche dovevano potersi fare in un secondo momento. La creatività al potere !
Ebbene, credo che questo metodo, questa road map, debba essere seguita anche da Bellezza Radicale; la fantasia deve regnare ed ogni proposta apparentemente strampalata può essere la fucina di nuove idee di quel "nuovo possibile" da noi ricercato.
Il dialogo nonviolento, ripulito dalle scorie inutili e perfino dannose, deve potersi stagliare all'orizzonte tra le menti e i cuori di ciascuno di noi, partendo da un presupposto fondamentale: nessuno ha verità in tasca! E non è detto che un'idea di partenza non possa essere modificata od aggiornata sulla base dello sviluppo dell'incontro degli "insiemi" che ciascuno di noi rappresenta; perché ciascuno di noi è un insieme, una mappa di convinzioni ed idee, che, in un lavoro di pensatoio collettivo, possono incontrarsi con gli altri "insiemi", con le altre "mappe mentali", per costituire, creare, formare, sviluppare qualcosa di nuovo.
Orbene, proprio per queste ragioni, Bellezza Radicale non deve essere un nuovo soggetto politico radicale, ma la formazione di una rete di militanti e dirigenti del Movimento radicale (iscritti alla diverse entità della ex Galassia), che operi in SINERGIA per determinare quelle modifiche statutarie che potrebbero consentire la costruzione di una sistema organico di forze politiche che lottino INSIEME per gli obiettivi comuni, lasciando poi alle diverse soggettività totale autonomia per tutto il resto, Una sorta di Comitato di Coordinamento, transassociativo.
Certo non si può pensare, ragionevolmente, ad un'unione per l'unione; non si può cioè pensare ad un'unione sic et simpliciter; al contrario è fondamentale porre alla base di un tale Progetto idee, contributi, politica, militanza e... anche AMORE!
E' infatti attorno alle idee e ai progetti politici che si può pensare di realizzare aggregazioni durature, con fondamenta solide. In ogni ipotesi contraria, basata magari sulla mera nostalgia, senza progettualità e senza emancipazione dai conflitti, il progetto farebbe poca strada.
Non è cioé col "volemose bene" che si deve procedere; al contrario occorre pensare ad un'aggregazione moderna con nuove basi per superare il vetusto modello della "Galassia". Attorno a questo occorre preliminarmente ragionare.
Funzionale a tale Progetto è, naturalmente, anche la militanza ! Occorre contaminare i diversi soggetti facendo comprendere che un FUTURO RADICALE è ancora possibile, anche dopo la morte del nostro leader, Marco Pannella.
Riprendendo la risposta del ventottenne Pannella a Togliatti nel 1959, in sintesi e con tutti i corollari che ben conosciamo: non Unione delle forze Laiche Radicali, ma UNIONE LAICA DELLE FORZE RADICALI!
Non nel breve periodo, ma nel medio e lungo periodo occorre "rivoluzionare in senso astronomico" il senso dell'agire e della militanza radicale, riportandola, come nel 1963, a un nuovo possibile che sia capace di fare luce sul secolo buio che stiamo vivendo, in Italia, in Europa, nel mondo.
Il preambolo dello statuto del PRNTT, attualissimo, credo possa essere la nostra "guida", la nostra "mappa" per tracciare questo nuovo possibile. Fermo restando che il tavolo radicale è la nostra astronave per il futuro !
La domanda che mi pongo e rivolgo all'Assemblea è: quale dovrebbe essere la battaglia centrale per il nuovo possibile radicale ? Quale la risposta necessaria e urgente? A mio avviso, assolutamente, il ripristino dello stato di diritto, a partire dall'amnistia ! Ma ... sappiamo ... questa è un'assurdità radicale.
Si ritiene comunemente che lo Stato di diritto non riempia la pancia. Abbiamo mai pensato che possano essere state le violazioni dello Stato di Diritto del passato a togliere il pane (della conoscenza, soprattutto, ma non solo), ai nostri figli? Abbiamo mai pensato che sta a noi decidere il destino dei nostri figli con le scelte"politiche" che facciamo ogni giorno? Non ci sentiamo un po' "responsabili"?
La verità è che siamo un paese di"ghigliottinari"! La verità è che l'atroce destino che ci attende come popolo italiano, lo stesso da sempre storicamente riservato ai "ghigliottinari", è quello di essere..."ghigliottinati", e ghigliottinati dalla nostra stessa storia, quella che ogni giorno contribuiamo a scrivere !
No dico... crisi, politica, culturale e di sistema, c'è.. sì.. ma... chi ne è responsabile e chi, invece, l'ha preannunciata decenni fa? Siamo o non siamo tutti responsabili, come popolo, di ciò che sta accadendo? Questa è la domanda che ciascun cittadino italiano dovrebbe porsi la prossima volta che sarà chiamato a votare, ma così non sarà perchè come sempre saremo “distratti” da altro, dal chiacchiericcio dei politicanti, vuoto politico a perdere, buono per ogni stagione.
Compagne e compagni, sono convinto che l'incontro di oggi segni una prima, ma fondamentale tappa di un processo che abbiamo innescato; ebbene sono convinto che tale Progetto sia destinato ad avere successo perché parte dalle persone e non dalle sovrastrutture, non dai feticci, non dai brand, non dalla “roba”, ma dalle idee, dalla fantasia, dall'amore.
Marco Pannella, ci ha portato a scegliere la libertà e la responsabilità, ci ha insegnato a lottare per il diritto e per la giustizia, sempre con metodo nonviolento; in ultima analisi ci ha insegnato ad amare noi stessi. Marco è vivo, anche oggi, qui, al Teatro Santa Chiara, per la Bellezza Radicale.
Le sue idee continueranno a camminare con le gambe delle sue compagne e dei suoi compagni, anche con le mie, lo dobbiamo a noi stessi, alla nostra storia e alla sua storia.
Compagne e compagni, a subito !
Sempre andare controvento, solo così è possibile alzarsi in volo!
Jim Morrison (james Douglas Morrison)
@roberto-mancuso Grazie per questo tuo intervento davvero MOLTO importante!
La proposta del coordinamento transassociativo, è certamente non semplice ma assolutamente da pianificarsi farsi. Potrebbe essere davvero il punto di convergenza sulle molte, tante iniziative comuni.
Non so quanto sarà facile coinvolgere il PRNTT ma ci proveremo, almeno io farò quanto necessario "facendo ciò che devo" in attesa che accada "quel che può"
@dariodecicco ti ringrazio davvero per aver apprezzato il mio intervento.
Ho ragionato in termini di "insiemi politici", ma le regole credo possando essere le stesse degli "insiemi numerici".
Un insieme, in Matematica, è un raggruppamento di elementi di qualsiasi tipo (numerico, logico, concettuale) che può essere individuato mediante una caratteristica comune agli elementi che gli appartengono oppure per semplice elencazione degli elementi dell'insieme.
In realtà credo che sia l'uovo di colombo.
Se proviamo a disegnare su un foglio delle figure geometriche in modo che ognuna di esse rappresenti il singolo insieme del singolo soggetto radicale, avremo delle aree comuni dei vari insiemi: sono le battaglie politiche condivise, su queste noi di Bellezza radicale dobbiamo lavorare in modo che i soggetti che condividono le medesime iniziative lavorino "insieme", però sia sul piano della progettazione, sia su quello della realizzazione concreta.
E' perciò una questione di METODO! Condividere solo l'obiettivo, il fine, castrerebbe lo scopo di Bellezza Radicale e porterebbe a nuove separazioni; se invece si comprende che è il MEZZO che deve prefigurare il fine e si lavora per condividere anche la fase della elaborazione politica, della progettazione e della organizzazione, allora la strada verso l'obiettivo sarà spianata e si potrà essere VERAMENTE UNITI per lo stesso fine, per il medesimo obiettivo.
A seconda dell'iniziativa politica l'area comune degli insiemi (delle opinioni dei diversi soggetti), potrà essere più o meno estesa, ma esisterà.
In secondo luogo, si tratta di stabilire le priorità. Anche su questo i diversi soggetti potrebbero essere divisi: ad esempio, mentre per un soggetto potrebbe avere la priorità la battaglia antiproibizionista, per un altro potrebbe averla la Giustizia...
Ebbene, questo è un falso problema ! Ricordiamo infatti come i radicali con i referendum hanno sempre presentato pacchetti di quesiti referendari, nel 1993 se non sbaglio erano 37, un menù alla carta, disse Pannella, per governare il Paese. Allo stesso modo, una volta individuata l'area comune su TUTTI i Progetti di iniziativa condivisi occorrerà attivarsi.
Occorre quindi un Comitato di coordinamento transassociativo, un luogo fisico e digitale in cui mettere insieme i diversi soggetti per l'elaborazione politica. Ed occorre pensare alla sua regolamentazione.
A mio avviso, ogni Associazione o soggetto radicale, all'interno di questo Comitato transassociativo, dovrebbe essere rappresentata da tre persone che, da un lato, dovrebbero essere il ponte tra il Comitato stesso e i singoli soggetti radicali; e, dall'altro lato, le stesse persone dovrebbero essere l'enzima per acquisire il consenso dei vari soggetti.
Non quindi un organismo sovrassociativo e transassociativo deliberativo, ma solo un Laboratorio politico radicale condiviso dai vari soggetti: dovrebbero essere poi gli organi dei diversi soggetti ad adottare i dispositivi politici.
Su molti altri elementi occorre riflettere, questi sono solo appunti sparsi che spero possano essere utili.
Bellezza radicale è l'enzima che deve favorire tutto questo, con i suoi incontri, con il proprio sito, con il proprio forum e con tutti gli altri strumeti che deciderà di utilizzare.
A subito !
Sempre andare controvento, solo così è possibile alzarsi in volo!
Jim Morrison (james Douglas Morrison)
@roberto-mancuso Le tue osservazioni, Roberto, mi trovano d’accordo. Come ha detto anche Sergio D’Elia in assemblea, siamo dei visionari...
...ed hai perfettamente ragione quando dici e scrivi della tua proposta per un Comitato transassociativo e ribadisci che debba essere realizzato, concretizzato, organizzato dai soggetti Radicali non da noi. Perché Bellezza Radicale è un vento impalpabile... Noi possiamo stimolare, sollecitare, spingere, ma non siamo un soggetto politico. Casomai, potremmo essere il tavolino intorno a cui decideranno di sedersi i soggetti che vorranno.
La politica è per me il modo attraverso cui ascoltare i cittadini, farli partecipare alla vita civica della Città, farli sentire parte integrante di una comunità. Anche la comunità dei Radicali. Anche la comunità liberal-democratica, socialista, riformatrice, libertaria, federalista europea, repubblicana, ambientalista e verde.
Credo nei sorrisi sinceri, nei gesti disinteressati, nelle sinergie possibili tra talenti diversi, nella distinzione di ciascuna parola dall’altra e nei significati che ogni parola porta con sé.
Credo nel dialogo, nei ragazzi, negli studenti, nei giovani. Credo nella forza d’animo, nella fragilità umana, nell’aiuto reciproco. Credo in chi coltiva dentro di sé il coraggio, l’amore, l’arte, la scienza, la cultura, il sogno per un domani migliore e un presente tutto da vivere... Eppure, a volte, sembra che la politica abbia rinunciato al suo compito civile e civico. È rimasto solo e soltanto il Potere è scorre solamente la sete di Potere. Perché? Quando è accaduto esattamente questo? In che momento?
Hai ragione, Roberto, quello che conta - al momento - è il modo in cui ritroviamo la voglia di stare insieme grazie alle diversità, dialogare, ascoltarci reciprocamente, convivere in amore, essere dei visionari... Quindi, Bellezza Radicale non indica obiettivi, ma un metodo, una filosofia, orizzonti possibili... ❤️
Care Compagne e Cari Compagni,
Qui, ancora insieme, ancora una volta al prestigioso Teatro dei Comici”, che è stato per molti anni testimone di tante iniziative Radicali.
Sembra davvero un sogno essere riusciti in pochi mesi ad aver organizzato una giornata come questa, nel ricordo ( non nostalgico ben inteso) del nostro grande Maestro Marco Pannella. Ammettiamolo, se siamo qui lo dobbiamo a Lui, che ci ha insegnato ad essere Visionari, Utopisti, ma anche Utopisti della realtà. Personalmente non potevo neanche minimamente pensare che si sarebbe potuto realizzare un evento di questo genere, e approfitto di questo spazio per ringraziare commosso che hanno permesso la riuscita di questa giornata. Un obiettivo lo abbiamo raggiunto, guardarci in faccia sul nostro futuro, ma anche il nostro presente. Ci rendiamo conto di aver disperso un patrimonio, non quello economico si intende, ma quello ideale, che hanno portato ad una Italia più libera, tollerante, e se attualmente stiamo vivendo una stagione cupa, buia, senza slanci e anche perché la politica è lontano dalla gente, lontano dai problemi reali, di chi deve pagare un mutuo, fare la spesa, e ha dei figli che vanno a scuola, e a volte non hanno nemmeno la disponibilità economica per farsi curare. Vengo da una regione, la Sardegna che ha una Sanità allo sfascio, pochi medici, che debbono affrontare turni massacranti e non riescono a fronteggiare le più semplici emergenze.
Ho sempre inteso la politica come strumento per aiutare chi è rimasto indietro, non penso di fare scandalo, ma dobbiamo ricordarci che chi è attento a i disadattati, i reietti della Società è la Chiesa Cattolica, che quotidianamente supporta alla povertà, con un pasto caldo e un sorriso, un abbraccio. Potrà sembrare assurdo ma dopo la scomparsa di Marco ero disorientato, affranto e senza riferimenti. Ho conosciuto un uomo di Chiesa in gamba, discreto, non bigotto e reazionario, non oscurantista che mia ha fatto riscoprire il piacere della meditazione e della ricerca interiore. Non ero sicuro di volervi parlare di questo, ma il mio lo ritengo un percorso lineare della mia vita, perché non dovervene parlare.
Volevo approfittare dello spazio per ringraziare chi ha creduto in questa nostra “follia radicale”, chi ha permesso di ritrovarci e ragionare ancora una volta, forse mandandoci a quel paese, ma ragionando e aprendoci con il cuore al dialogo al dialogo, al confronto , all’incontro più che allo scontro, alla diversità di posizioni che giovano all’approfondimento e al rispetto. Per riconquistare una nuova, consapevole, Bellezza Radicale. Grazie
Roma, 24 Giugno 2023 Teatro dei Comici.