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Un Nuovo Abbecedario della Politica.
La politica, intesa nel senso alto e originario del vocabolo, può rinascere dalla parola. Si potrebbe ripartire dall’etimologia delle parole e scoprire che l’uomo è un animale “socievole”, cioè politico, viene da pòlis, città. Infatti, se in questa lunga fase di vuoto politico e di pieno partitocratico si riuscirà a restituire senso e significato alla parola e al linguaggio della politica, restituendo parola ai pensieri, allora si potranno porre le basi per un futuro davvero propositivo e significativo, cioè liberato dai vuoti a perdere, dai suoni gutturali, dai termini ormai privati di qualunque contenuto, dagli slogan rimasticati.
Quando si vivono periodi di decadimento e disfacimento, come quelli che stiamo attraversando oggi, vi è anche la possibilità di recuperare uno spazio vitale per la creatività, per l’innovazione, per il rinnovamento, per il pensiero collaborativo e cooperativo.
A tal proposito, a cominciare dal mese di Agosto 2022, come un pensatoio, "Bellezza Radicale" ha iniziato a sviluppare un percorso di riscoperta delle singole parole, del loro senso, delle potenzialità verbali o scritte nella comunicazione politica del futuro. Immagini, sicuramente, ma soprattutto parola. Ovviamente, il punto di partenza di tale esperimento è la realtà di oggi, cioè i cambiamenti in corso, l’attuale lessico politico, le dinamiche relative ai nuovi media, ma l’impegno di Bellezza Radicale, in quanto laboratorio di cultura politica, sta anche nel tentativo di tornare all’etimologia dei vocaboli per restituirne un valore e un senso nel presente, in modo da passare dal significato originario a una lettura originale per il futuro.
Purtroppo, è ormai dilagata ovunque l’idea che la selezione umana o lavorativa o scolastica o politica o professionale o amorosa avvenga attraverso la legge della giungla (la legge del più feroce) e il metro della furbizia. Di conseguenza, la vita diventa una gara a chi si dimostra più furbo. Errore fatale.
Secondo questa logica, infatti, fare i furbi è un merito e le persone furbe sono circondate da un’aurea di grandezza, di stima, di rispetto. I furbi diventano, quindi, dei veri e propri punti di riferimento comportamentali e morali per l’intera società. Siamo alla commiserazione degli ingenui e dell’ingenuità. E’ la selezione al rovescio. In altre parole, il messaggio che stravolge il senso delle parole è: meglio essere furbi che ingenui. Così ci insegna il Potere per il Potere. Se non ti fai furbo, vieni sopraffatto. E’ la logica dell'ottusità.
Quindi, seguendo tale logica, ad esempio, potremmo distinguere l’intelligenza dalla furbizia, cioè l’astuzia (Ulisse) dalla furbizia, che è sempre stupidità. Furbizia e stupidità vanno considerate sempre insieme, sono inseparabili, sono due facce della stessa medaglia. Infatti, la furbizia non porta lontano. Potremmo spingerci nel dire, allora, che il punto debole della furbizia è la sua stupidità mentre il punto fragile dell’intelligenza o dell’astuzia è la sua ingenuità. Nell’antica Roma, non a caso, si indicavano come “ingenui” gli “uomini liberi” per distinguerli dagli schiavi. La stessa radice rimanda all’essere puri, naturali, chiari. Insomma, l’ingenuità è un segno di libertà, un segno distintivo d’intelligenza, di purezza. Anche i piatti e le pietanze migliori vengono indicate, appunto, genuine. Infatti, “genuino” ha la stessa radice di ingenuo.
La furbizia è come la menzogna, ha le gambe corte, ha poco fiato, non ha durata. La furbizia pensa al guadagno immediato, all’affarismo, al becero raggiro, al tornaconto personale e, quindi, non ha visione, non ha futuro, non ha prospettive. In altre parole, la furbizia non vede oltre il proprio naso. La furbizia sembra rapida e, perciò, nell’immediato, sembra pagare e appagare. Ma non è così: sul medio e lungo termine, infatti, la furbizia è perdente perché, sulla distanza, la furbizia è battuta dall’intelligenza. Non ho ancora mai incontrato una persona furba che, nel medio o lungo periodo, abbia mantenuto la fortuna dalla propria parte. E lo scontro tra furbizia e intelligenza è anche lo scontro tra stupidità e ingenuità. Bisogna scegliere con chi stare, da che parte stare.
Tornare al futuro, verrebbe quasi di scrivere. Ritorno al futuro. Qualcun altro, tra gli animatori di quel laboratorio che abbiamo chiamato “Bellezza Radicale”, potrebbe così sintetizzare il lavoro finora svolto da questo gruppo di volontari e di volenterosi: "Indietro nel futuro!". Come nel film di Robert Zemeckis.
In effetti, il progetto di "Bellezza Radicale” guarda avanti. E’ un progetto nuovo, una sperimentazione, un pensatoio proteso verso l’avvenire. Con la forza della memoria. Con la forza della nostra storia. Tanto è vero che, parlando di un Nuovo Abbecedario della Politica, gli attivisti di questo esperimento hanno sottolineato l'importanza di superare il vuoto del Potere egemone e trasversale con un linguaggio politico in cui la parola possa ritrovare senso, significato, consapevolezza, pensiero e azione.
Quello che stupisce di più, comunque, è come “Bellezza Radicale”, pur essendo ancora una piccola realtà, abbia saputo – almeno finora – produrre un'elaborazione politica di qualità e un inizio di visione politica radicale. Capace, quindi. d'intuire le prospettive, cogliere la direzione, concepire il nuovo possibile.
Pier Paolo Segneri
Grazie Pier Paolo.Continueremo a ripetere questo concetto che serve come metodo di lavoro che appunto,agevoka il dialogo.
Aggiungo al tuo bellissimo scritto che tutto questo,esclude la fretta!Necessita tempo.Tempo!Per conoscersi,per fugare dubbi e perplessità di alcuni,per elaborare una proposta politica non scontata e forse confusa,poiché figlia della fretta e non dell'urgenza.
Questo nuovo abbecedario va sperimentato,utilizzato,sperimentato.
A volte non si riuscirà e allora dovremmo sviluppare compassione, verso coloro che ancora non sono abbastanza allenati e possano perdersi lungo il percorso.
È uno sforzo immane!Vorrei che questo fosse chiaro.
In effetti, il progetto di "Bellezza Radicale” guarda avanti. E’ un progetto nuovo, una sperimentazione, un pensatoio proteso verso l’avvenire. Con la forza della memoria. Con la forza della nostra storia. Tanto è vero che, parlando di un Nuovo Abbecedario della Politica, gli attivisti di questo esperimento hanno sottolineato l'importanza di superare il vuoto del Potere egemone e trasversale con un linguaggio politico in cui la parola possa ritrovare senso, significato, consapevolezza, pensiero e azione.
@pier-paolo-segneri , a mio avviso questo è il punto chiave del tuo bell'intervento.
Anni addietro, nel 1999, prima dell'Assemblea del Mille e delle straordinarie campagne Emma for President, Emma for Europe ed Emma for Liberal Revolution che ne scaturirono, vivevo a Bologna e, con alcuni compagn* cominciammo a pensare cosa fare, cosa pensare per il rilancio dell'iniziativa politica militante radicale a Bologna e non solo.
Elaborammo allora anche un gruppo che faceva brainstorming, dal vivo naturalmente: delle bellissime riunioni in cui, un mio caro amico, Marco Minerva, guidava il pensatoio e parlava di "ecologia del linguaggio". Mi affascinò subito questa espressione e lui la declinò in questi termini: liberare il linguaggio di ogni partecipante al brainstorming dalle incrostazioni egocentriche e narcisistiche, spesso inevitabili quando si esprimono proprie opinioni, ma senza alcun approccio censorio: tutte le idee, così depurate dal proprio Ego, devono aver modo di esprimersi, senza critiche nelle prime fasi, le stesse critiche devono potersi fare in un secondo momento. La creatività al potere ! La fantasia deve regnare ed ogni proposta apparentemente strampalata può essere la fucina di nuove idee di quel "nuovo possibile" da noi ricercato.
Il dialogo nonviolento, ripulito dalle scorie inutili e perfino dannose, deve potersi stagliare all'orizzonte tra le menti e i cuori di ciascuno di noi partendo da un presupposto fondamentale: nessuno ha verità in tasca ! E non è detto che un'idea di partenza non possa essere modificata od aggiornata sulla base dello sviluppo dell'incontro degli "insiemi" che ciascuno di noi rappresenta; perché ciascuno di noi è un insieme, una mappa di convinzioni ed idee, che, in un lavoro di pensatoio collettivo, possono incontrarsi con gli altri "insiemi", con le altre "mappe mentali", per costituire, creare, formare, sviluppare qualcosa di nuovo.
La critica fine a se stessa è perciò sterile e improduttiva, se non dannosa quando un processo di brainstorming è solo avviato, quando è al suo incipit.
Solo una volta raccolte tutte le idee, approfondite e confrontate, si può procedere alla loro "elaborazione ed integrazione in senso politico" e in termini laici, senza preconcetti o pregiudizi, in libertà.
A mio avviso, disperdere le proprie energie mentali solo per un gruppo whatsapp senza una finalità progettuale è solo inutile.
Un caro abbraccio a tutt*.
Sempre andare controvento, solo così è possibile alzarsi in volo!
Jim Morrison (james Douglas Morrison)
@roberto-mancuso che dire?Non ho niente da aggiungere!...se non la solita domanda:cosa è che non vi è chiaro in questi scritti?? 😊
@roberto-mancuso Grazie per gli stimoli positivi che riesci sempre a dare con i tuoi interventi. Le tue parole mi fanno riflettere, come pure mi spingono a ragionare le parole di Paola. Siamo sulla strada...
Rispondo al Compagno Andrea De Liberato che esprimeva perplessità su “Bellezza Radicale”.Molti di noi (io compresa)hanno cercato di offrire una risposta puntuale(a volte puntuta) sull’origine di questa iniziativa.
Mea Culpa!Devo aver perso capacità di persuasione con l età e quindi ci riprovo punto per punto,caro e stimato compagno Andrea😁
No.Questo non è un Think Thank!La spiegazione sta nel messaggio whatsapp di Luciano Fabris, al quale aggiungerò un altro paio di differenze.
I Think Thank hanno come solo obiettivo quello di pensare, elaborare,dare corpo a un pensiero politico che mettono a disposizione dei più.
Noi abbiamo un obiettivo (è davvero non voglio imbarazzare nessuno, quindi non lo ripeterò)e una scaletta precisa.Il nostro desiderio è quello di ri-unire la Galassia Radicale attraverso idee e una nuova visione del mondo che possano risultare attrattive per chi la pensa come noi.E infine...ma solo infine, quando il progetto diventerà attrattivo grazie al contributo di tutti,chiamare a raccolta i Leader per completare il racconto,attraverso la loro esperienza e intelligenza Politica.
Non conosco nessun Think Thank di si fatta materia😁E certo Andrea che ci saranno molte difficoltà da superae!Non mi trovi d accordo sui problemi che potrebbero sorgere nel coniugare i politici,con le competenze degli Academici da coinvolgere...Suvvia Andrea, noi Radicali siamo cintura nera di realizzazione di questi piccoli miracoli!🤣Diamo anche li,tempo al tempo, poiché tutto dipenderà da quanta massa critica riusciremo a formare.
Per lo sforzo economico e organizzativo vedi quanto sopra,nelle ultime righe.
Questo è un gruppo Radicale, ma se nel miglio finale volessimo coinvolgere tutto il mondo Liberale,ecologista, Socialista etc etc a me non dispiacerebbe.Nell’ottica di allargare e nutrirsi di idee altrui, per le quali sono sempre molto curiosa.
il punto 3 mi trova totalmente d’accordo!
il punto 4 un po’ mi fa sorridere e spero non te ne avrai a male❤️ Secondo te i Dirigenti che hai interpellato cosa avrebbero dovuto dirti?Al netto di Sergio D Elia e Igor Boni che ne sono stati entusiasti, io non mi aspetto in questo particolare momento, grandi attestati di stima.
Andrea non abbiamo niente!Cosa possiamo proporre ora come ora alla dirigenza degli altri Soggetti?
Loro si accorgeranno di noi, solo quando saremo capaci di attrarre il maggior numero di anime possibile.
Ora è davvero troppo presto per interloquire con loro.Tanto è che abbiamo deciso insieme (lo hai scritto nel bellissimo post di presentazione su FB)di invitarli solo quando saremo 1000.Vedi che tutto torna?🤣
@paola-cossu Le tue parole sono molto importanti e questa tua riflessione, secondo me, è molto chiara, oltre che capace di fare chiarezza. Sicuramente, fa chiarezza dentro di me. E aderisco a tutto quanto hai scritto.
Aggiungerei alcuni spunti. Personalmente, sono solito definire la Storia come il conflitto tra Politica e Potere. Dove la Politica è la Forza mentre il Potere è il Lato Oscuro. Da un tale conflitto…
Proviamo, allora, insieme, per chiarire meglio questa visione delle cose, a ricostruire la genesi della Politica attraverso un’allegoria, con un percorso non scontato, non economicistico, non ideologico. Perché soltanto con un espediente letterario e allegorico è possibile affrontare la menzogna del Potere senza restarne impigliato. E cominciamo così dal principio, cioè dalla genesi della Politica, dall’inizio dei tempi. Con un po’ di fantasia, cha non guasta e aiuta a comprendere. Insieme. Lo ripeterò fino allo sfinimento: insieme.
Oggi ho letto una frase di Guillermo Del Toro proprio su amore e potere. Allora, Bellezza Radicale nasce come luogo d’amore. Bellezza Radicale è il luogo dove si dona. Come nasce Bellezza Radicale? Ecco la storia...
In principio, vi era il Caos, la materia disordinata e indefinibile, senza confini e senza tempo. Poi, regnò l’Ordine astrale costituito dall’Unità Celeste preesistente. Cioè, prima del Big Bang. Il Drago, invece, è il Guardiano delle Stelle e il suo progetto è quello di divenire il padrone dell’Ordine cosmico fino ad assoggettarlo completamente e totalmente a sé. Per questo motivo, la Fantasia non dovrà mai andare al Potere. Perché tale passaggio sancirebbe la vittoria del Drago. Quindi, del Potere. Fantasia, infatti, aspira a governare non a comandare. E così, con la sua enorme esplosione, il Big Bang ha generato due Volte Stellari. Due volti. Due Cieli sovrapposti e conviventi, ma in perenne conflitto tra loro: il Potere e la Forza. Il finito e l’infinito. Il Potere, infatti, è il Lato Oscuro della Forza.
Il famoso Big Bang fu, essenzialmente, un atto della Fantasia, un atto di ribellione rispetto al Potere fine a se stesso esercitato dal Drago sulla massa dell’Unità Celeste. Ma proprio la Fantasia, cioè la Libertà, in quanto detonatore, ha innescato quella immensa deflagrazione che ha sprigionato ovunque l’Amore cosmico attraverso l’atto estremo che ha pervaso l’intero Universo, creando così l’Universo stesso. La Grande Esplosione, in definitiva, finì con l’avviare la clessidra del Tempo e, infatti, raffigura la data di nascita delle due Volte Stellari, cioè del Mondo Duale. Il Big Bang, insomma, è l’atto di nascita dell’Amore cosmico. In sintesi, sembrerà una follia: l’Amore è nato da un atto d’Amore.
Fantasia (che vive dentro l’Uomo attraverso l’arte, la poesia, la musica) è un’energia cosmica e rappresenta quella parte di Cielo che si oppone al Drago, in quanto ha in sé un diverso disegno cosmico: ricomporre l’Unità Celeste tra corpo e anima. Tra spirito e materia. Tra forma e sostanza. Tra maschile e femminile, tra uomo e donna, tra zolfo e mercurio. Fantasia, insomma, è scaturita dal Logos originario e, perciò, dal Verbo, cioè dall’Amore: che è Parola, che è Libertà, che è unità tra Terra e Cielo.
Amore è anche il nome che diamo all’Essere delle Stelle. Il Drago (cioè, l’Insieme) e l’Essere delle Stelle (cioè, l’Amore) sono il Tutto. E il Tutto è l’Essere Supremo, che include anche la Materia. Il Drago (Uroboros), inoltre, è l’assetto cosmico che circonda la nostra galassia e la controlla. In poche parole, il Drago è la ciclicità della vita, il ciclo eterno della vita e della morte. L’opposto dell’Amore che, in quanto Infinito, non conosce la morte, ma soltanto l’eterno… E’ stato Amore che, esplodendo grazie ad un atto di Fantasia, ha irradiato di luci l’Universo. E così, la Luce dell’Amore, spargendosi per il cosmo, ha generato prima la Terra, poi l’Uomo.
Fantasia è la Bellezza, nel suo senso assoluto e iniziatico. Fantasia è la femminilità, l’Essere femminile. E’ ragione, intelligenza, mente. Fantasia è Psiche: genio, follia, visione. E’ intuizione, immaginazione, sogno. Fantasia è soprattutto la parte femminile dell’Amore, di cui Eros rappresenta la parte maschile. L’Amore cosmico, infatti, è composta da questi due elementi che, insieme, costituiscono la Forza.
L’Amore, dunque, è la Forza. E la Forza è la Luce, l’essenza generatrice del Tutto, lo spirito e la forma dell’Universo, l’energia vitale, il motore del Cosmo. Eros, invece, è lo spirito dell’Amore mentre Fantasia ne è la materia. In altre parole: se il Drago produce Potere, l’Amore produce Forza. Il Drago rappresenta la natura ciclica delle cose, la teoria dell’eterno ritorno. Esso, infatti, rinasce sempre con un nuovo inizio e ritorna dopo ogni fine. E’ l’emblema della vita che muore e che si rinnova nell’essere e in divenire. Insomma, forse la Fantasia ci salverà. La Bellezza ci salverà.
@paola-cossu "unire la Galassia Radicale attraverso idee e una nuova visione del mondo" ai miei occhi vi qualifica come "think-tank", ma non è importante la questione terminologica. Se guardo ai soggetti radicali che conosco da questo punto di vista, le difficoltà non sono tanto nella coesistenza, ma nel riuscire a coinvolgere personalità di alto livello per raggiungere traguardi ambiziosi. Mi fa molto piacere che tu sia d'accordo su un meccanismo pienamente democratico: vuol dire che non è vero che i miei scritti non ti hanno stimolato nulla e in nessun senso. Quanto agli attuali leader e politici radicali, ho avuto conferma non della loro indifferenza, ma della vera e propria riottosità riguardo a una possibile e auspicata riunificazione, al di là della gentilezza e personale bonomia di qualcuno di loro.
@andelib Purtroppo, quello che scrivi è vero: in buona parte della dirigenza e degli attuali leader Radicali vi è una riottosità, per non dire avversione , per una eventuale riunificazione della Galassia in un progetto politico comune, in una comune visione politica per il futuro... Ma questo già lo sapevamo perché, altrimenti, se fossero d’accordo, lo avrebbero già fatto loro.
Scrivo qui una mia riflessione personale perché ritengo sia legata al discorso che stiamo portando avanti sull’Abbecedario della Politica ovvero sul Nuovo Dizionario della Politica italiana. Rifletto così su alcune parole che, ormai, hanno creato e creano ancora conformismo, omologazione, massificazione.
Ad esempio, non sopporto più chi dice di essere una persona concreta e pragmatica.
E non sono ammessi dissensi nei confronti di coloro che si autodefiniscono concreti. Siamo arrivati al punto che, chiunque faccia un discorso, inevitabilmente, a un certo punto, debba dire: “...perché io sono una persona concreta” oppure “io sono pragmatico”. Lo deve dire. E lo dice. Lo dice con soddisfazione accusando l’altro di poca concretezza. Insomma, sono nati “i pragmatisti” ed hanno assunto il pragmatismo come loro ideologismo.
Invece, penso che chi si autodefinisce un pragmatico, in genere, non lo sia. Anzi, esprime in tal modo, una forma di debolezza o d'insicurezza. Cerca un consenso dal suo interlocutore e ricerca una propria affidabilità, cerca di porsi su un piedistallo. Invece, chi dice di sé di essere un pragmatico, di solito, è un inconcludente, un astratto, un evanescente... Chi davvero concretizza non lo dice perché è la sua opera che parla per lui o per lei.
Non sopporto nemmeno chi elogia il compromesso come fosse un valore. Amo il dialogo, preferisco il contraddittorio, mi piace chi trova soluzioni originali e diverse capaci di accontentare tutti senza scontentare qualcuno. Si possono fare delle mediazioni, ma non dei compromessi. Perché i compromessi sono un controvalore, sono una sconfitta, sempre. Sia da parte di chi accetta il compromesso sia di chi lo impone all'altro. Soprattutto, non sopporto più chi afferma che la politica è anche compromesso. Come fosse una qualità. E guai a chi dissente. Vietato dissentire.
Non sopporto più tutti coloro che scrivono "condivido". Preferisco la concordia. Vogliono tutti condividere, ma la vera rivoluzione sarebbe coltivare la concordia, non la condivisione. Amo la concordia tra diversi, cioè la convivenza civile, gioiosa, fraterna, armonica e pacifica tra idee diverse e tra persone che non condividono le stesse idee, ma si rispettano e rispettano le comuni regole.
@roberto-mancuso Potrei titolare questo mio intervento sul Forum semplicemente prendendo in prestito il titolo da una canzone italiana di qualche anno fa:
“Dammi tre parole”. 😅
Dopo la riunione on-line di ieri sera, 5 Gennaio 2023, vorrei ritornare sul tema dell’inclusione e sull’argomento scuola.
Ci sono tre parole che attraversano la nostra Storia umana e sono entrate nel linguaggio comune ma, allo stesso tempo, nel corso dei decenni, sono subentrate anche delle differenze di significato. Infatti, il linguaggio è andato gradualmente e lentamente affinandosi. Condividere il lessico significa, perciò, porre le basi per condividere le tappe del nostro percorso all’interno del Progetto.
I tre vocaboli in questione sono: inserimento, integrazione e inclusione.
INSERIMENTO: l’atto di essere immesso o ammesso dentro a un contesto, in un gruppo, in un luogo. Si parla spesso, a tal proposito, di “inserimento scolastico”, cioè di un nuovo studente o di più studenti da inserire in una classe. Ma si può usare, ad esempio, anche per l’inserimento di un individuo nella società. Oppure: per quanto riguarda l’inserimento nel mondo del lavoro. O anche: l’inserimento di un partito politico nella maggioranza di governo. Oppure: l’inserimento dei nuovi dati nel computer.
Detto di una persona, però, ha l’accezione di entrare a far parte d’un gruppo, d’un ambiente; soprattutto in frasi come riuscire, non riuscire a inserirsi, cercare d’inserirsi, avere difficoltà a inserirsi (nella società, nella vita civile, nel mondo del lavoro, ecc.), o, col participio passato, essere già inserito, non essere ancora ben inserito (in un ambiente, in un contesto, in un gruppo, ecc.).
INTEGRAZIONE: completare, rendere intero o perfetto sup- plendo a ciò che manca o aggiungendo quanto è utile e ne- cessario per una maggiore validità, efficienza, funzionalità dell’insieme. Integrazione, però, è anche il completarsi in un altro. Oppure, viene usato per intendere l’atto in cui alcune forze che si integrano a vicenda.
Ad esempio, è utilizzato per dire che abbiamo attitudini e capacità diverse, ma che si integrano scambievolmente. E’ un elemento di reciprocità.
Nel Dizionario enciclopedico treccani si legge: Il processo attraverso il quale gli individui diventano parte integrante di un qualsiasi sistema sociale, aderendo in tutto o in parte ai valori che definiscono l’ordine normativo. In senso microsociologico l’integrazione è, insieme all’adattamento ambientale, una delle funzioni fondamentali svolte dal processo di socializzazione, che consiste in particolare nella formazione della personalità sociale dell’individuo, attraverso la trasmissione dei modelli culturali e di comportamento, cui provvedono la famiglia, la scuola e in gene- re i gruppi cosiddetti primari. L’integrazione viene anche intesa come un prerequisito, un imperativo funzionale del sistema so- ciale, in quanto costituisce l’attività diretta ad assicurare legami stabili e duraturi fra i membri di una determinata collettività, mediante il rafforzamento dei meccanismi di controllo sociale.
Integrazione è un vocabolo che viene usato anche per espressioni come: fondere in modo organico, riunire insieme, comporsi armoniosamente. Integrazione significa aggiungere un elemento (mancante) per completare l’armonia dell’insieme.
Insomma, integrare vuol dire incorporare un elemento nuovo (cosa o persona) in un insieme, in un tutto, così che ne costituisca parte integrante e fondersi con esso. Oppure: accogliere uno o più individui in un gruppo o immettere più gruppi in un organismo, in una struttura, in una comunità, in una società già costituita e di cui, prima, non facevano parte o da cui erano esclusi. Ad esempio: l’integrazione degli extracomunitari. Comporsi armoniosamente.
Integrare significa, in altre parole, entrare a far parte, stabilmente, di un gruppo assimilandosi con gli altri e fondendosi con chi già ne faceva parte.
INCLUSIONE: significa invece accogliere dentro di sé, accettando la diversità. È contrapposto a “esclusione”. Viene usato, ad esempio, per indicare l’inclusione di un nome nella graduatoria dei vincitori. Per altri versi significa: che comprende in sé qualche cosa, ad esempio: il prezzo del biglietto è incluso. Quindi, nel senso di comprendere, contenere. È usato anche per indicare la dispersione di una sostanza solida in un’altra.
In genere, significa: inserire in una serie, in un elenco, in una lista o in un tutto.
Includere significa anche COMPRENDERE. “Prendere-con”. “Prendere insieme”.
È la relazione in base alla quale uno dei due insiemi contiene l’altro come proprio sottoinsieme. Oppure l’elemento o la sostanza che si trova interiorizzata in altra sostanza. Combinazioni chimiche nelle quali le molecole di un componente occupano determinate cavità originate da una particolare disposizione delle molecole dell’altro. In altre parole, significa COMPLEMENTARE. Vale anche sul piano sociale, economico, culturale, etnico.
@pier-paolo-segneri grazie Pier Paolo che con questo scritto e la spiegazione di queste tre parole fondamentali,hai tracciato il sentiero per il nostro progetto di ripopolamento Europeo e ci hai dato linee guida che serviranno ad implementare interventi strutturali nel mondo della scuola!
Voi insegnanti siete un patrimonio da preservare.L entusiasmo con il quale affrontate il percorso ad ostacoli (ce ne parlava in riunione Claudio)che questa nuova società multietnica vi ha presentato, vi fa onore!Insieme agli imprenditori Italiani, siete diventati i miei supereroi!Con gli stipendi più bassi d Europa e carichi di una responsabilità spesso non riconosciuta!
Queste tre parole sono già un manifesto!Ognuna di loro dovrà essere declinata e sviluppata per fornire un alternativa ai governi presenti e futuri.Saro ripetitiva,ma se non ci occupiamo di Istruzione, nessun altro progetto di riforma dello Stato può avere senso.
Attendo di sapere quale cifra sia stata destinata all’Istruzione dal PNRR...Sarà importante per capire se insieme ai rincari per la benzina, le sigarette e le autostrade😱questo governo ci porterà nel Rinascimento o indietro al più profondo Medioevo.
non staremo a guardare!
@pier-paolo-segneri a questo proposito nel progetto di Bellezza Radicale c è anche la Rosa nel Pugno... qui la bella intervista di Gianni Colacione a Pier Paolo
@paola-cossu Grazie Paola...! Per questo ricordo... sempre attuale! 🥰 Sembrano parole di oggi è, invece, risalgono a 10 anni fa.