Ha fatto scalpore (mediatico soprattutto) nei giorni scorsi la decisione dell’USR Sardegna di avviare un procedimento disciplinare nei confronti della maestra Marisa Francescangeli, 58enne insegnante in una scuola della provincia di Oristano, in seguito alla sua decisione in data 22 dicembre 2022 di far recitare preghiere (Ave Maria e Padre nostro, da quanto lei stessa afferma) ai sui bimbi in classe. Non si contano gli ultras in questi giorni: chi tifa per la laicità dello Stato, chi tifa per la maestra, chi tifa contro chicchessia: Salvini, Sgarbi, Solinas sono da annoverare fra i capoultras più accaniti della fronda pro-Marisa. Come sempre avviene in questo bislacco paese, i media gonfiano e sgonfiano le notizie a loro piacimento per i più disparati motivi e, di conseguenza, il gregge accorre per poi dimenticare. E’ nella nostra miglior tradizione: infiammare la folla, linciare il malcapitato di turno (o quanto meno fare almeno di tutto) per poi chiedersi fra mesi e mesi:”Ma quella storia…com’è poi andata a finire?”. Succede continuamente con la giustizia, civile o penale che sia, con volti noti e meno noti: maestre accusate di violenze su bimbi con tanto di video, strombazzate su tutti i giornali, accuse infamanti, processi sommari…poi arriva, con colpevole ritardo, la giustizia vera e, spesso, assolve tutti. E uno stato di diritto dovrebbe basarsi solo ed esclusivamente su quest’ultima! Caro Michele De Lucia, il tuo immenso scritto, “La peste italiana”, purtroppo non ha avuto abbastanza eco, altrimenti…
Nel dettaglio dell’ “affaire Pietrangeli”, non sta a chi scrive (né ne ha minimamente voglia e intenzione) delineare alcun giudizio; semplicemente si aspetta (qualora interessasse) l’esito del procedimento, senza cadere nelle facili trappole del “vabbeh una preghierina…per i bimbi…che male può fare” oppure “NO! La scuola è laica, via preghiere e crocefissi” et similia…
A noi interessa il metodo, le procedure, l’iter e soprattutto le fonti ufficiali (che non sono i tweet o le parole dei soloni politici citati poc’anzi): il dirigente scolastico nei mesi scorsi ha ricevuto diverse segnalazioni, tutte simili fra loro, sulla discutibile attività didattica della maestra in questione. Giustamente ne informa l’USR (ripetiamo, ripetute segnalazioni e non una da parte di un paio di genitori per due preghierine…come sostengono i Solinas di turno o i Salvini coi rosari in mano, già ripresi dal cassetto dove li aveva depositati dopo la campagna elettorale) e questi cosa fa? Applica la legge, sic et simpliciter: il procedimento è un atto dovuto, in conformità alla Legge Brunetta del 2009. Infatti, chi non esercita un’azione disciplinare che ha l’obbligo di portare avanti, diventa passibile a sua volta di azione disciplinare. Alla fine del procedimento l’Ufficio provvedimenti disciplinari verifica se ci siano state violazioni e le inquadra nel regolamento con le relative pene. Ed è un procedimento pienamente e legittimamente garantista nei riguardi dell’interessato/a. E sempre nel solco garantista si inserisce l’obbligo di comunicazione dell’avvio del procedimento nei confronti dell’interessato che viene informato degli addebiti a suo carico e invitato a presentarsi per un colloquio assistito dal suo sindacato o da un legale, oppure in alternativa a inviare una memoria difensiva. Risultano, quindi, discutibili le affermazioni della Pietrangeli in prima battuta, sotto i riflettori mediatici, di estrema “sorpresa” dinanzi a tale sanzione. Sorpresa…maddechè se sei stata informata che eri sotto procedimento disciplinare?! Non è dato saperlo…In più, stanno emergendo in questi giorni altri elementi, non propriamente a favore della Pietrangeli: ai bimbi sono stati mostrati filmati di catastrofi naturali volute da Dio per punire l’umanità peccatrice o unzione degli studenti con olio di Medjugorie dai “poteri miracolosi”. In classe. In Italia, 2023.
Quindi sono comportamenti ripetuti per i quali l’insegnante parrebbe aver ignorato i precedenti richiami. Utilizziamo il condizionale, come d’uopo. Inoltre, la sanzione prevede sospensione dello stipendio per 20 gg e Sgarbi già sta volando in Sardegna per offrire una consulenza alla maestra, politici sardi filogovernativi chiedono a gran voce interrogazioni parlamentari e interventi del ministro Valditara, stanno già preparando fascine per bruciare sul rogo il dirigente, l’USR o la maestra…
Niente, in Italia non ce la facciamo proprio a rispettare il diritto (di tutti, maestra compresa), le procedure e le leggi. Ecco perché noi cocciutamente siamo qui, a ripeterlo fino alla nausea: siamo per lo Stato di Diritto. Con le maiuscole! Che si aspetti l’esito del procedimento (tempi rapidi sicuramente, questo lo chiediamo a gran voce da sempre), che si aspetti la giustizia giusta…mai più roghi mediatici, mai più “enzitortori” in manetta in prima pagina. Mai più!
Claudio Marengo