Avevo promesso, proprio nel giorno di Pasquetta, cioè nel mio articolo precedente, che avrei dato seguito alle mie considerazioni e analisi politiche attraverso un altro articolo. Ebbene, ogni promessa è debito.
Arrivo subito al punto: nel Potere egemone e dominante, che detiene quasi tutti i mezzi e gli strumenti, quindi che indica e determina quasi tutti fini e gli scopi di questo mondo, vi sono due armate tra loro contrapposte, quasi speculari, omologhe, socie in affari, con la stessa rabbia addosso, con il medesimo livore e le medesime imposture. Una mentalità unica, divisa in due colori, come fossero due profili dello stesso volto. Che pensa e agisce secondo una logica binaria. Ciascuna parte legittima o delegittima l’altra offrendo poco spazio all’alterità. Anzi, che rifiuta e schiaccia ogni alterità possibile.
Si tratta di due fazioni del Potere, con la P maiuscola, entrambe armate di cupidigia, affamate di possesso, assetate di denaro, suddite della tecnocrazia, senza scrupoli e senza amore.
Eppure, al vertice di questi due eserciti, c’è una medesima oligarchia dominante, tirannica, lo stesso Potere, che siede intorno allo stesso tavolo e che favorisce questa divisione in ogni luogo e in ogni contesto affinché tale tirannia possa comandare indisturbata attraverso il “dividi ed impera”.
Di fronte a tale quadro e in questa logica perversa di un Potere inamovibile e fine a se stesso, la Politica – che rappresenta l’arte del vivere meglio e l’alterità – viene annullata e schiacciata come un pericolo per consentire, così, il permanere immobile del Potere egemone.
Ma la Politica r/esiste. E si diffonde attraverso le azioni di chi crede ad “altro” rispetto al Potere e al denaro o all’oro e alla roba, cioè di chi crede nella fraternità, nella libertà, nell’uguaglianza, nell’amore, nelle idee che creano sinergie positive e collaborazioni costruttive per il miglioramento esistenziale delle persone.
La Politica è, oggi, un “campo altro” rispetto a quello autoritario e autocratico che impone le guerre, i conflitti, le atrocità.
La Politica è praticata da chi crede nella forza della memoria, nell’umiltà come forza, di chi coltiva cultura politica, di chi crede nel pensiero, nell’ascolto, nel dialogo, nella convivenza tra diversi, nell’aiuto reciproco, nel coraggio, nella dignità umana, nella fantasia, nella ragionevolezza, nel cielo stellato sopra di noi e nella legge morale dentro di noi.
Insomma, gli elettori che si sono rifugiati nell’astensionismo, si sono recati in un campo altro dove si stanno risvegliando rispetto al sonno imposto dal Potere.
Ecco, si tratta di dare una Politica, una proposta politica e una cultura politica a tale spazio di libertà.
Pier Paolo Segneri